IMMAGINE DI CASTEL GANDOLFO

LA CRISI IDRICA NEI CASTELLI ROMANI: UNA SFIDA URGENTE PER IL FUTURO AMBIENTALE E SOCIALE

Crisi Idrica nei Castelli Romani: Un’Urgenza Ambientale e Sociale

La crisi idrica nei Castelli Romani rappresenta una delle emergenze ambientali più gravi della regione, con ripercussioni dirette sul territorio e sulla qualità della vita dei cittadini. Nonostante il problema sia noto da anni, le istituzioni faticano a fornire soluzioni concrete, mentre il dissenso tra i comitati ambientalisti cresce.

Recentemente, l’AUBAC (Autorità di Bacino dell’Appennino Centrale) ha organizzato una conferenza stampa che, anziché dissipare i dubbi, ha alimentato nuove preoccupazioni. Il Comitato per la Protezione dei Boschi dei Colli Albani ha espresso un forte dissenso, esortando i cittadini a rimanere vigili di fronte alla gestione delle risorse idriche, sempre più precarie.

Un Equilibrio sempre più Fragile

L’AUBAC ha sottolineato che la domanda d’acqua è destinata a crescere, mentre l’offerta subirà un progressivo calo. Tuttavia, mancano dati precisi che confermino questa previsione e, soprattutto, un piano strutturato per far fronte alla crisi. A complicare la situazione, la continua cementificazione del territorio, che riduce la capacità del suolo di trattenere acqua e ricaricare le falde acquifere. Nonostante l’Autorità abbia il compito di gestire i Piani di Assetto Idrogeologico (PAI), le misure per contrastare lo sviluppo urbanistico incontrollato restano insufficienti.

Prelievi e Dispersione: Dati Allarmanti

Uno dei punti più critici riguarda il prelievo idrico dai laghi di Albano e Nemi, sui quali ACEA ATO2, responsabile della distribuzione dell’acqua, ha fornito poche informazioni. La dispersione idrica, che oscilla tra il 50% e l’80%, rappresenta una delle principali cause di spreco, ma non sono stati annunciati interventi significativi per ridurla. Inoltre, il progetto di ampliamento della condotta di prelievo dal lago Albano solleva gravi interrogativi: quali saranno i volumi d’acqua estratti nei prossimi anni? Quali effetti avranno sull’ecosistema locale?

Secondo alcune stime, il prelievo dal pozzo “Sforza Cesarini” sta già determinando un abbassamento del livello del lago di circa 20 cm all’anno. Nel complesso, il lago Albano ha perso circa 50 cm in un solo anno, pari a 3 milioni di metri cubi d’acqua, mentre il lago di Nemi ha registrato un calo di 37 cm, con una perdita di 600 mila metri cubi. Con una profondità inferiore ai 30 metri, il lago di Nemi rischia di prosciugarsi nell’arco di un decennio, aggravando ulteriormente la crisi.

Le Istituzioni e la Mancanza di un Piano d’Azione

Le amministrazioni locali sembrano più concentrate su progetti di sviluppo turistico e urbanistico che su una strategia di tutela ambientale. Durante la conferenza, i sindaci di Castel Gandolfo e Nemi hanno avanzato poche proposte concrete per affrontare l’emergenza idrica. In particolare, il primo cittadino di Nemi ha suggerito di approvvigionarsi dall’acquedotto del Peschiera, che porta acqua dalla provincia di Rieti, una proposta che ha suscitato forte opposizione tra le comunità locali, già preoccupate per i prelievi nella loro zona.

Un’ulteriore criticità riguarda l’assenza dell’Ente Parco, che dovrebbe avere un ruolo chiave nella tutela dei bacini lacustri. Inoltre, nei quindici progetti presentati durante la conferenza, il lago di Nemi è stato completamente ignorato, nonostante la sua situazione allarmante.

Le Richieste del Comitato per la Protezione dei Boschi dei Colli Albani

Di fronte a questa emergenza, il Comitato per la Protezione dei Boschi dei Colli Albani ha avanzato alcune richieste urgenti:

  1. Blocco immediato del progetto della nuova condotta dal lago Albano a Monte Gentile per evitare ulteriori danni all’ecosistema.
  2. Misure concrete contro la cementificazione selvaggia, con particolare attenzione ai progetti che potrebbero impattare negativamente sulle risorse idriche.
  3. Trasparenza totale sui prelievi idrici, con la pubblicazione di dati aggiornati e verificabili relativi ai volumi estratti dai pozzi ACEA e alla dispersione della rete idrica.

Un Futuro a Rischio: Serve un’azione Immediata

La crisi idrica nei Castelli Romani non può essere affrontata solo con dichiarazioni di principio o con soluzioni parziali. È necessaria una mobilitazione collettiva che coinvolga cittadini, istituzioni e associazioni, per garantire una gestione sostenibile delle risorse idriche. La protezione dei laghi di Albano e Nemi è una priorità non solo ambientale, ma anche sociale ed economica: il futuro del territorio dipende dalle scelte che verranno prese oggi.

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